36 squadre “eccellenza” e 35 “cadette”, così come si chiamavano un tempo, si sono ritrovate, in terra d’Emilia, in aperta contesa per uno degli ultimi titoli di una stagione che volge al termine. Medie, a squadra, non proprio eccelse, se consideriamo che delle 12 finaliste maggiori solo una squadra, la prima classificata, è andata ben oltre quota 5.100, mentre tutte le altre si sono assestate sotto il par. Tuttavia, non sono mancate individualità di rilievo, con due “300”, realizzati da Luca Rossini del Silver Fox, in qualificazione, e da Erik Davolio dei Cobra, in semifinale, e con un 20%, circa, dei partecipanti sopra i 200 di media. Fra questi, in cinque sono andati sopra i 1.300, ma solo in quattro casi il contributo è valso il pass alla fase finale (vano il 1.305 della Roberta Benetazzo, del Team di Castelfranco). Il format prevedeva la divisione delle squadre finaliste in due gironi ed una classifica a punti determinata dagli scontri diretti fra giocatori, più un ulteriore bonus per la serie a squadra sopra gli 800 o 850 birilli, il tutto in previsione della classica difesa di posizione su partita secca. Il Cobra Milano, in tutto il suo percorso, ha nettamente dominato gli avversari, vincendo, poi, con merito il titolo italiano come vedremo. Ha dominato la qualificazione, con un parziale di 5.117 birilli, e la semifinale, con due serie shock da 947 e 1.043  (4.345 totale) arrivando, però, a pari punti con la formazione del Castelfranco Veneto. Nel bowling i casi di parità sono stati sempre risolti considerando il totale birilli, e ci sembra essere giusto così, ma, in tornei strutturati su gironi all’italiana, modello calcio, non si dovrebbe sminuire il valore dello scontro diretto (in questo caso a favore dei veneti). Archiviata questa nota, o meglio questa riflessione, resta la vittoria schiacciante dei milanesi contro i romani della Flaminia (812 – 655), primi del proprio raggruppamento, ma mai in partita nel match clou. Romani sconfitti, pur se di misura (752-742) anche nell’incontro per il bronzo, dove al Castelfranco Veneto è bastato il solo Renato Bortolon (249) per regolare il Le Privè. Per i “cadetti”, invece, titolo in casa per il Galeone, vincente (manco a dirolo) sui romani del Mondial Bowl 817-727. In un match “teso”, a guardare gli score, la differenza l’ha fatta Matteo Corazza (235), che già in qualificazione e semifinale aveva dato segni di grande equilibrio nel gioco. Bronzo, infine, per il Bowling Strike Cervere (759-715 sul Nerviano).

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