La quarantaseiesima edizione del torneo partenopeo non sarà di certo ricordata come una delle migliori, sotto il profilo del gioco espresso in pista, negli almanacchi storici. La scelta di adottare un condizionamento ideato per l’alter ego di Milano non si è rivelata, infatti, una scelta vincente e ha messo in condizione i giocatori di armarsi di ingegno per raggiungere l’obiettivo. Basti pensare che fra i turni di qualificazione e la finale, la sola squadra del Crackerjack di Palermo, quella per intenderci che ha poi vinto, ha portato a casa una serie a squadra sopra i 200 di media, mentre gli altri si sono assestati fra il 180 ed il 190 di media. Numeri di un tempo che fu, quando le piste si condizionavano a mano o con le prime macchine e i materiali non erano iper tecnologici come oggi. Tempi in cui la partita la si costruiva con gli spare per magari, poi, arricchirla con qualche strike. Fra qualificazione e finale poche sono state le squadre ad aver dimostrato di sapere come poter attaccare al meglio questo pattern e fra queste le due siciliane del Crackerjack e Bowling & Games. Quest’ultima era in pista per difendere il titolo del 2017, praticamente con la medesima formazione, ad eccezione dell’innesto di Cusumano Jr, ed è riuscita a contendere il titolo all’avversaria, anche a suon di strike, fino a metà della sesta ed ultima partita, dando luogo ad una finale davvero palpitante, caratterizzata da continui stravolgimenti nelle retrovie. Il realizzare, infatti, anche una sola serie sopra i 200 di media, permetteva balzi in avanti di 3 o 4 posizioni, come accaduto al Superstrike di Caserta, giunto poi terzo, all’ultima partita. Alla fine, fra le due, la differenza l’ha fatta, oltre l’handicap (visto che a scratch le due squadre hanno realizzato quasi lo stesso score: 4744 – 4754), la prestazione di Giovanni D’Astolfi. Per l’alfiere della squadra palermitana 218 di media nelle 12 partite disputate e la consapevolezza di aver contribuito, non poco, a spostare equilibri e Trofeo dal Games a La Favorita.

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